Archivio mensile:Dicembre 2021

25 Dicembre 2021 – Natale del Signore

Omelia di don Mario Testa >>>

Vangelo

Oggi è nato per voi il Salvatore.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».


Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: È in casa che si impara l’arte d’amare, di essere felici >>>

Nascita di Giovanni Battista.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,57-66


Luciano Manicardi, monastero di Bose: La gioia del vangelo >>>

… Il vangelo contiene una notazione originale e inconsueta. Se spesso il Nuovo Testamento afferma che Cristo è morto per noi, è morto e risorto per noi uomini, se spesso si dice che egli ha vissuto per gli altri, ha amato, ha incontrato, ha curato, ha guarito, ha perdonato, qui si dice che egli è nato per noi: “Oggi è nato per voi”. Perfino la nascita di colui che Bonhoeffer chiamava “l’uomo per gli altri” è posta dai vangeli sotto il segno della dedizione, del donarsi, dello spendersi, dell’essere non per sé, ma per altri. La nascita, evento che sfugge a ogni determinazione e volontà di colui che nasce, è colta come evento per, come evento che ha dei destinatari. È come se fin dalla nascita Gesù fosse strappato all’egocentrismo, al per sé, e destinato alla vita di altri, a dare pienezza di vita ad altri. E forse, nella nascita di Gesù vi è il segreto di ogni nascita e di ogni vita: ovvero che la gioia, e ancor prima il senso, nasce dallo spendersi per altri gratuitamente, senza attendere contraccambi e riconoscimenti, ma contenti del proprio essere per altri senza visibilità, come è senza visibilità esteriore la vita nascosta con Cristo in Dio. Chi nasce per altri è libero da sé. E questo è anche il senso del concepimento ad opera dello Spirito santo: perché lo Spirito nulla fa da sé e per sé, ma ciò che compie lo fa solo nello spazio dell’obbedienza e della fiducia. Chi è libero da sé è anche libero dalle tentazioni della rivendicazione come della vendetta, perché non ha nulla da difendere, nulla da pretendere, nulla da nascondere. La gioia ha dunque questa prima fondamentale caratteristica: vivere non per sé, ma per gli altri. …

Gesuiti Villapizzone, Milano ( http://www.gesuiti-villapizzone.it/sito/lectio/vangeli.html

È nato oggi per voi il Salvatore.
L’imperatore celebra con il censimento il suo potere: è grande,
affascinante e terribile. Ha in mano tutti gli uomini, a sua
disposizione.
Oggi anche Dio celebra il suo potere.
È piccolo, fasciato e tremante. Si mette nelle mani di tutti, a
loro disposizione.
Se uno lo accoglie così com’è, nasce oggi per lui il Salvatore.

 

19 Dicembre 2021 – IV Domenica di Avvento

Omelia di don Mario Testa >>>

Vangelo

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».


Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: Elisabetta e Maria, così è l’arte dell’incontro >>>

… Maria si mise in viaggio in fretta. Appena partito l’angelo, anche lei vola via da Nazaret. Il suo cammino sembra ricalcare a ritroso le orme che Gabriele ha lasciato nell’aria per giungere da lei: «gli innamorati volano» (santa Camilla Battista da Camerino).
Appena giunta in quella casa di profeti, Maria si comporta come Gabriele con lei. «Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta»: angelo di un lieto annunzio, che il bimbo nel grembo della madre percepisce subito, con tutto se stesso, come una musica, un appello alla danza, una tristezza finita per sempre: «il bambino ha sussultato di gioia» . Il Santo non è più al tempio, è lì, nella carne di una donna, «dolce carne fatta cielo» (M. Marcolini). . …


Luciano Manicardi, monastero di Bose: Nel corpo di una donna >>>

…La IV domenica di Avvento dell’annata C presenta come vangelo il testo della cosiddetta “visitazione”, l’incontro di Maria ed Elisabetta narrato solo nel terzo vangelo. Mentre ormai ci si avvicina alla celebrazione del Natale, questo brano evangelico ci ricorda che il mistero dell’incarnazione non è riducibile all’evento puntuale della nascita. Come ogni uomo, Gesù è portato nel seno di una donna, abita per nove mesi nel grembo di Maria e tale grembo è sua casa, suo cibo, sua vita. Il venire al mondo è anzitutto l’esserci nel corpo di un altro: per Gesù (come per ogni umano) il corpo di una donna è il suo primo mondo. Noi avveniamo nel corpo di una donna.

Andando da Elisabetta è come se Maria volesse incontrarsi con se stessa incontrando l’altra donna, volesse guardarsi allo specchio guardando Elisabetta, tanta è l’analogia – pur nelle differenze – tra le due donne e le due vicende. Là una sterile divenuta feconda, qui una vergine che non ha relazioni con uomo e a cui viene annunciato un figlio. Non a caso Maria parte da sola. Nessuna menzione di Giuseppe, a differenza delle tradizioni presenti nel vangelo secondo Matteo, dove il viaggio di Maria in Egitto è sempre insieme a Giuseppe (Mt 2,13-23). Ciò che la muove e ciò a cui va incontro riguarda lei nel più intimo della sua interiorità, della sua persona. Il silenzio e la solitudine sono i sigilli di questa avventura interiore. L’obbediente Maria non può che restare nel silenzio e nella solitudine dopo ciò che è avvenuto in lei. Non può che custodire nel segreto il mistero che l’ha investita, ma ha anche bisogno di conferme. E il testo dice che Maria parte in fretta (Lc 1,39): ciò che la muove ormai è un’urgenza, un bisogno impellente, più suo che di Elisabetta stessa.

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Gesuiti Villapizzone, Milano ( http://www.gesuiti-villapizzone.it/sito/lectio/vangeli.html

Beata colei che ha creduto.
Maria, subito dopo aver detto “sì” a Dio, si mette al servizio al prossimo.
L’incontro tra le due cugine, che portano in grembo l’ultimo dei profeti e il Figlio di
Dio, rappresenta l’incontro tra Antico e Nuovo Testamento…

12 Dicembre 2021 – III Domenica di Avvento – GAUDETE

Omelia di don Mario Testa >>>

Vangelo

E noi che cosa dobbiamo fare?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 3,10-18

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

 


Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: Le tre regole indicate da Giovanni per cambiare >>>

… Niente di straordinario. Giovanni non dice “lascia tutto e vieni nel deserto”; semplici cose fattibili da chiunque: non accumulare; se hai, condividi; non rubare e non usare violenza. Il brano si conclude con Giovanni che alza lo sguardo: Viene uno più forte di me e vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. È il più forte non perché si impone e vince, ma perché è l’unico che parla al cuore, l’unico che “battezza nel fuoco”. Ha acceso milioni e milioni di vite, le ha accese e le ha rese felici. Questo fa di lui il più forte. E il più amato.. …


Luciano Manicardi, monastero di Bose: Il coraggio di una domanda >>>

…Ciò che unifica le tre categorie è la domanda. Giovanni assomiglia alla sentinella che nella notte intravede il sorgere dell’alba messianica e si rivolge a chi lo interpella dicendo. “Se volete domandare, domandate, convertitevi, venite” (Is 21,12). Qui folle, soldati e pubblicani vengono, domandano e sono invitati a conversione con richieste precise. La conversione può iniziare con il coraggio di una domanda. O, almeno, di ciò che una domanda significa. Riconoscendo cioè di avere una carenza e riconoscendolo davanti a un altro a cui ci si rimette e da cui si attende una parola, un’indicazione di via. La conversione inizia con la presa di coscienza della propria condizione reale, che è condizione di distanza rispetto alle esigenze evangeliche..….


Gesuiti Villapizzone, Milano ( http://www.gesuiti-villapizzone.it/sito/lectio/vangeli.html

Preparate la via del Signore. Cosa dobbiamo fare?
Giovanni Battista è il profeta che ci prepara ad accogliere il
Signore: chiede la conversione dai peccati e annuncia di
preparare la via del ritorno dall’esilio. Egli incarna le condizioni
necessarie per incontrare Gesù: realizza i desideri di giustizia,
di libertà e di fraternità, sintesi di tutto il messaggio biblico.
Convertirsi a Dio come Padre è aver cura del fratello. Tutti
siamo chiamati a condividere con gli altri ciò che abbiamo: se
non viviamo da fratelli, non accettiamo Dio come Padre. Chi ha
responsabilità pubbliche non deve imbrogliare; i militari poi
devono favorire la pace e non fare violenza. …

 

8 Dicembre – IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – Solennità

Vangelo

Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
E l’angelo si allontanò da lei.

5 Dicembre 2021 – II Domenica di Avvento

Omelia di don Mario Testa >>>

Vangelo

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 3,1-6

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».


Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: Giovanni, il profeta raggiunto dalla Parola >>>

Una pagina solenne, quasi maestosa, dà avvio a questo Vangelo. Da un luogo senza nome il racconto si lancia fino al cuore dell’impero romano, sconfina dal Giordano fino al trono di Tiberio Cesare. Il Vangelo attraversa le frontiere politiche, sociali, etniche, religiose, per introdurre Gesù, l’uomo senza frontiere, l’asse attorno al quale ruotano i secoli e i millenni, mendicanti e imperatori. Traccia la mappa del potere politico e religioso, e poi, improvvisamente, introduce il dirottamento: nell’anno 15° dell’impero di Tiberio Cesare, la parola di Dio venne… su chi? Sull’imperatore? Sul sommo sacerdote? Su un piccolo re? Su nessuno di questi, ma su di un giovane, un asceta senza tetto, che viveva mangiando il nulla che il deserto gli offriva: insetti e miele faticoso. La Parola di Dio vola via dal tempio, lontano dalle stanze del potere, e raggiunge un povero nel deserto, amico del vento senza ostacoli, del silenzio vigile, dove ogni sussurro raggiunge il cuore. La parola discese a volo d’aquila sopra Giovanni, figlio di Zaccaria nel deserto. La nuova capitale del mondo è un luogo senza nome, nelle steppe di Giuda. …


Luciano Manicardi, monastero di Bose: Il deserto e la Parola >>>

Preparare la venuta del Signore, questo il messaggio della seconda domenica di Avvento. Ma preparare la venuta del Signore significa prepararsi. Immagine di questa preparazione è Giovanni Battista. Il testo odierno non parla ancora in dettaglio della predicazione di Giovanni, ma si limita a presentare Giovanni stesso. E a presentarlo nella solitudine. Giovanni prepara la venuta del Signore e si prepara ad accogliere il Veniente abitando la solitudine. Il testo di Luca accentua questa dimensione. Si evoca lo scenario della grande storia con i suoi protagonisti politici e religiosi obbligando il lettore a un enorme allargamento dello sguardo, ma poi l’attenzione si concentra sull’invisibile parola di Dio, sul minuscolo deserto della Giudea, sulla persona di Giovanni e sul libro delle Scritture, sulla profezia di Isaia citata molto più estesamente che in Marco (1,2-3) e in Matteo (3,3). La descrizione lucana presenta Giovanni come situato in un luogo, un deserto, e accanto a un libro, uno scritto: “come sta scritto nel libro (en biblío) degli oracoli del profeta Isaia” (Lc 3,4). Marco e Matteo sottolineano il cibo e il vestito di Giovanni, mentre Luca si attiene a ciò che viene ancora prima e che è più fondamentale ancora di queste due dimensioni pure basilari ed essenziali. Il luogo e il libro. La descrizione della cella di Antonio del deserto con cui Gustave Flaubert inizia il suo racconto La tentazione di sant’Antonio dice: “Si trova nella Tebaide, in vetta a una montagna a forma di mezza luna chiusa da macigni. La capanna dell’eremita è in fondo. È fatta di fango e canne, senza porte. Dentro vi si distingue una brocca con un pane nero, in mezzo, su una mensola in legno, un libro”. La cella e il libro, il libro della Scrittura, la cella e il vangelo: ovvero i luoghi per vivere la solitudine, per abitarla e renderla feconda. E preparare così se stessi alla venuta del Signore.….


Gesuiti Villapizzone, Milano ( http://www.gesuiti-villapizzone.it/sito/lectio/vangeli.html

Preparate la via del Signore. Cosa dobbiamo fare?
Giovanni Battista è il profeta che ci prepara ad accogliere il
Signore: chiede la conversione dai peccati e annuncia di
preparare la via del ritorno dall’esilio. Egli incarna le condizioni
necessarie per incontrare Gesù: realizza i desideri di giustizia,
di libertà e di fraternità, sintesi di tutto il messaggio biblico.
Convertirsi a Dio come Padre è aver cura del fratello. Tutti
siamo chiamati a condividere con gli altri ciò che abbiamo: se
non viviamo da fratelli, non accettiamo Dio come Padre. Chi ha
responsabilità pubbliche non deve imbrogliare; i militari poi
devono favorire la pace e non fare violenza. …