Archivio mensile:Giugno 2022

26 Giugno 2022 – XIII DOMENICA del T.O.

Omelia don Mario Testa – Celebrazione 26 giugno 2022 – ore 19.00 >>>

Vangelo

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,51-62

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».


 

Domenica 19 Giugno – SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO – Solennità

Omelia don Mario Testa – Celebrazione ore 19.00 >>>

Vangelo

Tutti mangiarono a sazietà.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,11b-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.


 

Domenica 12 Giugno 2022 – SANTISSIMA TRINITÁ – Solennità

Vangelo

Tutto quello che il Padre possiede, è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».


Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: La Trinità è sorgente di sapienza del vivere >>>

Trinità: un solo Dio in tre persone. Dogma che non capisco, eppure liberante perché mi assicura che Dio non è in se stesso solitudine, che l’oceano della sua essenza vibra di un infinito movimento d’amore. C’è in Dio reciprocità, scambio, superamento di sé, incontro, abbraccio. L’essenza di Dio è comunione.
Il dogma della Trinità non è una teoria dove si cerca di far coincidere il Tre e l’Uno, ma è sorgente di sapienza del vivere. E se Dio si realizza solo nella comunione, così sarà anche per l’uomo. Aveva detto in principio: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza». Non solo a immagine di Dio: molto di più! L’uomo è fatto a somiglianza della Trinità. Ad immagine e somiglianza della comunione, di un legame d’amore, mistero di singolare e plurale. In principio a tutto, per Dio e per me, c’è la relazione. In principio a tutto qualcosa che mi lega a qualcuno, a molti. Così è per tutte le cose, tutto è in comunione. ….


Comunità di Bose: Comunione che si comunica   >>>

Il mistero della Trinità divina, al centro della celebrazione odierna, sottolinea che il Dio che si comunica all’umanità nello Spirito e nel Figlio Gesù Cristo è il Dio che è comunione e comunicazione in sé stesso. La Trinità, che esprime il “come” dell’unità di Dio e la esprime in termini di comunione interpersonale, fonda il fatto che noi possiamo parlare di Dio solo in termini di comunione. Se Dio è comunione nel suo stesso essere, se lo Spirito è Spirito di comunione e se Cristo è “persona comunitaria” inscindibile dal suo corpo che è la chiesa, allora la comunione è la natura stessa della chiesa: la chiesa di Dio o è comunione o non è.

Dalla Trinità divina discende anche la visione della persona umana come relazionale: nella Trinità ogni persona è per l’altro e la persona umana si realizza nella relazione con l’altro. E discende la concezione dell’intangibilità e inalienabilità della persona umana: come i nomi delle tre persone trinitarie non sono confusi né interscambiabili, così la persona umana è un valore in sé, è un fine e non un mezzo, è una grandezza non sacrificabile a interessi sociali o pubblici o di altro tipo. …


Conviene a voi che io me ne vada.
Se non me ne vado, il Consolatore non verrà da voi
I discepoli sono tristi perché Gesù se ne va. Ma proprio nel suo
andarsene ci dimostrerà tutto il suo amore e ci darà il suo
Spirito. Questi sarà il nostro consolatore: non ci lascerà mai
soli, ci farà entrare nel mistero del Figlio e ci farà capire tutta la
verità, di Dio e di noi stessi. E l’unica verità che conta è che lui
ci ama di amore infinito e noi siamo infinitamente amati da lui.

 

Gv 16, 4b-15 

5 Giugno 2022 – Pentecoste – Solennità

Vangelo

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,15-16.23b-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».


Ermes Maria Ronchi, su Avvenire: Il vento dello Spirito che porta la libertà >>>

Lo Spirito Santo, il misterioso cuore del mondo, il vento sugli abissi, l’Amore in ogni amore, è Dio in libertà, un vento che porta pollini dove vuole primavere, che non lascia dormire la polvere, che si abbatte su ogni vecchia Gerusalemme. Dio in libertà, che non sopporta statistiche, che nella vita e nella Bibbia non segue mai degli schemi. Libero e liberante come lo è il vento, la cosa più libera che ci sia, che alle volte è una brezza leggera, alle volte un uragano che scuote la casa; che è voce di silenzio sottile, ma anche fuoco ardente chiuso dentro le ossa del profeta (Ger 20,9). Pentecoste è una festa rivoluzionaria di cui non abbiamo ancora colto appieno la portata. Lo Spirito «vi insegnerà ogni cosa»: lui ama insegnare, accompagnare oltre, far scoprire paesaggi inesplorati, portare i credenti a vivere in «modalità esplorativa», non come esecutori di ordini, ma come inventori si strade.  …


Luciano Manicardi, monastero di Bose: La vita secondo lo Spirito   >>>

Con la Pentecoste noi contempliamo il compimento della Pasqua del Signore e il compimento implica l’inclusione del credente nella Pasqua. Il dono dello Spirito opera il passaggio da Cristo al cristiano, dalla missione di Gesù alla missione dei discepoli, dalla predicazione e dall’azione di Gesù alla predicazione e all’azione dei credenti nella storia. Opera il passaggio da Cristo alla Chiesa. Grazie allo Spirito il credente comprende e ricorda la parola di Gesù e grazie allo Spirito la annuncia, vi risponde con la preghiera e vi obbedisce con la testimonianza. Così l’evento pentecostale ci dice chi è il credente. Compimento del mistero pasquale, la Pentecoste è anche compimento della vocazione cristiana, del discepolato. Infatti, lo Spirito insegnerà e farà ricordare, come un maestro al discepolo, e il fine di tale insegnamento è che il Cristo sia nel discepolo, ne divenga presenza interiore e intima. Non esteriore, estrinseca, funzionale. Il compimento della vocazione cristiana è che la vita di Cristo viva in noi. E la vocazione, o, se si vuole, l’essenziale della vita cristiana sotto la guida dello Spirito, è la vita interiore come capacità di far abitare in sé la parola del Signore, meditarla, comprenderla, interpretarla. La parola poi, vivificata dallo Spirito, diviene magistero interiore del credente: “Lo Spirito vi insegnerà tutto e vi ricorderà tutto ciò che io ho detto” (Gv 14,26). La congiunzione “e” è esplicativa: l’insegnamento dello Spirito consisterà nel ravvivare presso i discepoli il ricordo delle parole di Gesù. Accanto alla vita interiore c’è poi la preghiera che risponde a tale parola e che diviene non solo un invocare Dio come Abbà, “Padre”, ma un vivere da “figli di Dio”. “Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio” (Rm 8,14), “per mezzo dello Spirito noi gridiamo Abbà, Padre” (Rm 8,15). Questo vivere da figli di Dio richiede la capacità della lotta interiore, ovvero la capacità di rompere con la carne, cioè con l’egoismo e l’autoreferenzialità. Infine c’è la testimonianza, l’annuncio, la capacità di rendere eloquente per tutti gli uomini il messaggio evangelico. Ciò che avviene quando i discepoli parlano la lingua dello Spirito (At 2,1-12). Vediamo così che la festa della Pentecoste ci introduce all’arte della vita secondo lo Spirito santo, ci introduce ai movimenti fondamentali della vita spirituale: l’ascolto della parola, la preghiera, la lotta spirituale, l’annuncio e la testimonianza. …